Campo AC Giovanissimi 2019

di Caterina Grandi

 

Inizia una nuova avventura per i ragazzi dell’AC della diocesi di Trieste!

Dal 10 al 17 agosto alcuni giovanissimi delle parrocchie di S. Giovanni, S. Vincenzo, S. Caterina e Gesù Divino Operaio hanno accolto la sfida di vivere una settimana insieme nella casa San Giusto a Borca di Cadore.

Molti di loro avevano già fatto alcuni campi, ma ogni esperienza porta con sé cose nuove, nuove amicizie, nuovi insegnamenti, nuovi dubbi e ciascuno dei ragazzi che vi ha partecipato si è portato a casa qualcosa che prima gli mancava. Per altri invece era la prima esperienza di un campo giovanissimi o di un campo diocesano ed è stata quindi un’opportunità di ampliare i confronti tra i ragazzi della diocesi, un modo per conoscersi fra loro e vedere nella concretezza i giovani dell’AC di Trieste.

Il campo si è basato in particolare sull’analisi del dubbio, da dove nasce e perché, come si può evolvere e a cosa può portare. I ragazzi sono passati da una fase ipotetica ad una verosimile cercando di capire come agire in quelle situazioni.

In seguito ci si è concentrati sull’individuo, quindi su ciascun ragazzo, andando ad analizzare i loro dubbi di fede. Un interrogativo molto diffuso tra i ragazzi di oggi, sia per le discriminazioni che ancora oggi avvengono tra i giovani, sia per un dubbio interiore. È quindi necessario che questi dubbi emergano e vengano discussi con chi magari ha già passato quella fase o che la sta ancora sta passando, in modo tale da poter avere un confronto.

I ragazzi sono stati molto partecipi in tutte le attività, si sono messi in gioco e in discussione. Ci sono state molte occasioni di condivisone molto forti, nelle quali ci si è anche spesso liberati da qualche peso che ci si teneva dentro da tempo.

La mancanza di giudizio, l’atmosfera di comunità, di accoglienza e il sostegno vicendevole, presenti durante questi sette giorni, hanno permesso l’instaurarsi di legami forti e sinceri di amicizia, hanno dato forma al desiderio di rivedersi per riprovare quella sensazione di fraternità vissuta durante il camposcuola.

Anche gli educatori si sono trovati molto bene a lavorare insieme e in certe occasioni hanno avuto una prontezza di spirito ammirevole, soprattutto in alcuni momenti che richiedevano una grande determinazione, nervi saldi e stomaci forti.

È stata una settimana nella quale i ragazzi hanno potuto essere sé stessi e confrontarsi con dei loro coetanei sulle proprie esperienze di vita, belle o brutte che siano state. L’età dei ragazzi spaziava dai 13 ai 17 anni, ma nonostante i quattro anni di differenza sono riusciti a creare un gruppo unito, dove ognuno ha assunto il suo ruolo.

Tra risate e scherzi, vendette e rinunce, e grazie anche al cibo ottimo, il camposcuola è stato un successo, tanto che tutti erano rattristati dal fatto che una settimana fosse volata così in fretta e che fosse già il momento di tornare a casa.

Le fasi della giornata sono state scandite dai momenti di preghiera e di ringraziamento al Signore che possiamo veramente dire che è passato al camposcuola e che ci ha accompagnato durante tutta la settimana.

I ragazzi hanno avuto la possibilità di parlargli durante la veglia notturna fatta durante la notte dell’Assunzione di Maria e anche di confessarsi grazie alla presenza al camposcuola di don Davide Chersicla, assistente diocesano del Settore Giovani.

I campi diocesani sono sempre un’occasione per fare esperienza, gustare appieno il vivere in comunità, respirare l’aria di fraternità e si spera che sempre più ragazzi aderiscano a questa iniziativa così formante e bella.

Alcuni ragazzi hanno voluto esprimere un loro giudizio riguardo alla settimana trascorsa a Borca:

“Un campo ricco di momenti di riflessioni. Un campo dove ho potuto esprimere le mie opinioni e ascoltare quelle degli altri.” Alessandro

“Penso che sia stato il campo più bello che ho fatto. Il dubbio, l’argomento principale su cui abbiamo discusso, mi ha interessata molto. Durante i momenti di condivisione mi sono sentita capita e ho aperto la mente su altri punti di vista. Il campo mi ha aiutata a condividere dei pensieri riservati che non riuscivo più a tenermi dentro. La gestione del campo da parte degli educatori è stata impegnativa, ma ne è valsa la pena perché sono usciti degli argomenti molto profondi che riguardano un po’ tutti i ragazzi della nostra età. Mi sono sentita a casa durante tutto il campo, ho incontrato delle persone bellissime con le quali ho approfondito la conoscenza. In generale il campo mi è piaciuto un sacco e conto di tornare il prossimo anno.” Sara

“È stato davvero bello confrontarsi con gli altri e vedere come non sei mai solo, come qualcun altro si trova o si è trovato nella tua stessa situazione. Tutto il campo mi ha fatto molto riflettere e riavvicinarmi alla fede e sono davvero contenta di averlo fatto. Le persone che ho incontrato in questo campo spero rimangano a far parte della mia vita per molto tempo.” Letizia

“Una settimana in cui ho potuto condividere le mie emozioni e pensieri senza paura del giudizio altrui.” Giovanni

“Secondo me questo campo è stato meraviglioso. Pieno di momenti di riflessione personale, ma anche di divertimento insieme. Una cosa che mi ha colpito principalmente è stata la sincerità che tutti mettevano nelle loro parole e la libertà di poter dire qualsiasi cosa senza mai essere giudicato. È stato un momento speciale in cui ho provato tante diverse emozioni sia positive, ma anche negative e inoltre mi ha permesso di conoscere delle persone fantastiche. Lo rifarei altre mille volte.” Giacomo

Questo articolo è stato pubblicato su Vita Nuova.
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