Misericordiosi e giusti ad immagine del Misericordioso e Giusto

di don Sergio Frausin

 

 

Scrive Leone Magno (papa dal 440 al 461): «Colui che è misericordia vuole che tu sia misericordioso, e colui che è giustizia vuole che tu sia giusto, perché il Creatore brilli nella sua creatura e l’immagine di Dio risplenda, come riflessa nello specchio del cuore umano, modellato secondo la forma del modello»1.

La volontà di Dio non può essere diversa da chi Dio è: «Giusto è il Signore in tutte le sue vie e benevolo in tutte le sue opere» (Sal 145,17). Egli si è rivelato giusto e misericordioso (Dt 32,4), compassionevole e grande nell’amore, mostrandosi fedele alla sua volontà che è salvezza degli uomini e operando misericordia e compassione nella storia della salvezza come cammino verso la libertà (cfr. Es 34,6-7; Sal 103,8; 111,4; 145,8). In Lui amore misericordioso e verità s’incontrano, giustizia e pace si baciano (cfr. Sal 85, 11): la gratuita e fedele benevolenza non viene ritirata nonostante le colpe e le infedeltà del suo popolo (cfr. Sal 107,1), precede il pentimento, prevale sulla punizione e porta oltre la logica colpa-castigo nel rapporto tra uomo e Dio (cfr. Os 11,8-9; Sal 103, 3-10). «Eppure il Signore aspetta con fiducia per farvi grazia, per questo sorge per avere pietà di voi; perché un Dio giusto è il Signore» (Is 30,18).

Nel volto di Gesù, immagine perfetta del Dio invisibile (cfr. Col 1,15), ci viene incontro in modo supremo l’amore tenero e responsabile, che accoglie, rivela la verità e perdona, dell’unico Dio giusto e misericordioso che dice «Misericordia (Ἔλεος) voglio e non sacrifici» (Os 6,6; Mt 9,13; 12,12). All’uomo creato a sua immagine somigliante Dio chiede misericordia e giustizia senza contraddizioni o elisioni, da lui vuole misericordia e giustizia per risplendere in lui e nelle sue opere, nelle sue decisioni, nelle sue relazioni, nelle sue parole che scaturiscano da un cuore educato su quello mite e umile di Gesù (cfr. Mt 11,29): «Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo» (Ef 4, 31-32).

Papa Francesco indica alla Chiesa «né lassismo né rigorismo, cioè né buonismo né intransigentismo, ma la fatica di dire che il peccato è una ferita, una contraddizione alla vita umana, all’umanizzazione prima che a Dio; e, nello stesso tempo, occorre far regnare la misericordia, perché la giustizia di Dio non sta accanto alla sua misericordia, ma la contiene in se stessa. Senza questa immanenza della misericordia alla giustizia, il Vangelo non può essere gioia e il cristiano non può avere il profumo del Vangelo» (E. Bianchi, Giustizia e misericordia, in “Jesus”, dicembre 2014).

1 Cf. «Discorso sulle beatitudini» (Disc. 95, 6-8; PL 54, 464-465).