Riflessioni quaresimali sulla virtù dell’incontro

di Marisa Creglia

 

Il Settore Adulti/Adultssimi dell’Azione Cattolica, nel periodo quaresimale,  ha organizzato tre incontri di riflessione attorno ai temi che riguardano quella che Vittorio Bachelet chiamava e invitava ad apprendere:  la “virtù dell’incontro”.

In questo percorso ci si proponeva di riflettere sul nostro modo di incontrare gli altri, di confrontarci con il vissuto di Gesù, l’”uomo degli incontri” come ci testimonia il Vangelo e di prepararci all’incontro con Gesù Risorto nella celebrazione della Santa Pasqua.

Nella prima conferenza, la dott.a Loredana Domenis, ha evidenziato l’importanza dell’”incontro con l’altro” nell’esperienza umana, e particolarmente nei confronti delle persone più vicine, quelle che fanno parte della nostra costellazione familiare e sociale. A partire dalle nostre famiglie, occorre darsi da fare per riannodare rapporti, alimentare relazioni, ritrovando il tempo per stare con gli altri e riscoprendo soprattutto l’importanza dell’ascolto. Incontrarsi è un’esigenza fondamentale della nostra vita perché siamo persone fatte per la relazione e non per restare sole e chiuse in noi stesse. E’ qualcosa di irrinunciabile,  poiché ognuno di noi si costruisce o non si costruisce solo sulla trama delle relazioni che vive. E ogni incontro che facciamo con l’”altro”, a qualsiasi cultura appartenga, è sempre un’occasione per progredire, trasformarsi, arricchirsi.

La seconda conferenza è iniziata con un breve riferimento agli incontri di Gesù narrati dal Vangelo. Basta aprirlo per meravigliarsi di come Gesù cerchi le persone, incontri tutti, stabilisca relazioni “esclusive” con chiunque incontra, avendo però sempre come punto finale, quello di dare la pienezza della vita alla persona incontrata. Gli incontri non sono soltanto cercati da Gesù, a volte è cercato da qualcuno che vuole parlare con lui, chiedergli guarigione, aiuto, consiglio o semplicemente da qualcuno curioso e desideroso di conoscerlo, come il pubblicano Zaccheo che cerca Gesù che a sua volta lo cerca, E alla fine i due si incontreranno.A commentare questo incontro di Zaccheo e Gesù, è intervenuto padre Renato Beretta, frate francescano, con un’attenta e attualizzante rilettura del cap. 19, 1-10 del Vangelo di Luca.

Gesù sta attraversando Gerico – annota Luca – ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani, ricco e potente, temuto e odiato per questo da tutti, che cercava di vedere, chi era Gesù. È sorprendente questo suo desiderio, questa sua curiosità, ma non ci riesce per la folla e per la sua piccola statura, allora corre avanti e sale su un sicomoro. Il fogliame di questo grande albero lo protegge, può vedere senza esser visto, anzi non vuole esser visto. Invece Gesù giunto all’albero, alza lo sguardo verso di lui e lo vede. Uno sguardo non giudicante, colmo di una gioia infinita. Zaccheo! E lo chiama per nome, lo conosce, sa bene chi è. Non siamo mai sconosciuti a Dio. Egli sa bene chi siamo, conosce ogni nostro percorso, ogni nostro desiderio. E Gesù chiede a Zaccheo di scendere in fretta, di accoglierlo in casa sua. Oggi devo fermarmi a casa tua. Oggi: ogni giorno, oggi è il giorno in cui possiamo accogliere il Signore in casa nostra. Anche se non ne siamo degni, anche se tentenniamo, anche se non abbiamo nulla di pronto da offrirgli. In fretta scese e l’accolse con gioia. Scende in fretta,  Zaccheo. E’ accaduto l’inaudito: il Rabbì che tutti aspettavano, si è accorto di lui e ha chiesto di andare a casa sua. Non si è sbagliato, non lo ha confuso con un altro, lo ha chiamato per nome. Sa bene chi è lui. Zaccheo, è travolto dall’emozione e dalla gioia. Nessuna condizione, nessun giudizio, nessuna riprovazione da parte del Signore che ha semplicemente chiesto di essere ospitato. Dio non ci giudica mai, il suo amore precede la nostra conversione, la suscita, come con Zaccheo. La conversione non è affatto la condizione per incontrare Dio: L’unica condizione è quella di accettare l’invito, di stupirsi con gioia della visita inattesa. Dio non ci perdona in conseguenza del nostro pentimento, ma è il suo perdono che precede e suscita il pentimento. La misericordia è l’atteggiamento tipico di Dio,  che converte il nostro cuore, è lo scoprire quanto siamo amati, senza giudizio, senza condizioni. Dio non ci ama perché siamo buoni ma, amandoci, ci rende buoni, ci rende persone nuove. Dall’incontro con Gesù scaturisce per Zaccheo una vita nuova. Regala metà dei suoi soldi ai poveri e restituisce quattro volte tanto a coloro ai quali ha rubato, cioè a tutti. E Gesù diventa il  punto di riferimento della sua vita. Così può succedere anche per noi: l’incontro con Dio ci può cambiare la vita. Ma come Zaccheo bisogna andar oltre a tutto ciò che ci impedisce di “vedere Gesù”, correre avanti e salire su un sicomoro, lo strumento che può essere la preghiera, la Chiesa, una comunità, i Sacramenti o altro ancora, che ci consente di corrispondere all’invito di Gesù a scendere, per farlo entrare nella nostra vita. Gesù sta “passando” anche oggi, un’occasione unica per incontrarlo, dipende anche da noi che non passi inutilmente.

Il ciclo di riflessioni quaresimali si è concluso con l’intervento di don Davide Chersicla, maestro e direttore di coro, che ha sviluppato il tema dell’incontro con Cristo, attraverso la forma musicale dell’Oratorio sacro, espressione di un  dramma sacro in cui i personaggi dialogano tra loro, riflettono su un avvenimento accaduto o esprimono un sentimento o rendono partecipi la folla o gli ascoltatori. Citando alcuni autori che dal 600 al 900  si sono cimentati in questa forma musicale, don Davide ha analizzato alcuni incontri di Gesù con l’umanità, proponendo l’ascolto di melodie e sequenze liturgiche, che hanno coinvolto i presenti in un’intensa partecipazione emotiva, suscitando il desiderio di prepararsi all’incontro personale con Gesù Risorto.  I contenuti dettagliati di questo ultimo incontro, si possono ritrovare nell’articolo pubblicato su Vita Nuova della scorsa settimana.

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