Don Francesco Bonifacio: assistente fino al martirio

di Erik Moratto

 

Guardando l’immagine del beato Bonifacio che appare in alcune chiese può venire in mente un sacerdote buono, semplice, senza problemi, in un mondo senza difficoltà. Al che un giovane o un adulto potrebbe esclamare, “ma con tutti i problemi che go, cossa te vol che me disi sto qua?”.

Ebbene, Mario Ravalico ci racconta in questo libro, dopo aver ricordato le vicende storiche del confine orientale, come il beato Bonifacio di lotte, anche interiori, ne avesse tante nelle campagne della curazia di Crassiza, vicino a Grisignana. Non mancavano famiglie povere da sfamare, ragazzi da educare alla fede, strade lunghe e infangate, e poi la guerra, con scontri frequenti tra fascisti e presunti liberatori, con morti figli di nessuno che reclamavano almeno una sepoltura come ultimo segno di misericordia. E da ultima, goccia che ha fatto traboccare il vaso, quella forte proposta di adesione all’Azione Cattolica, per giunta con la dicitura “italiana”, che agli occhi dei seguaci di Tito era un aperto atto di sfida rispetto all’indottrinamento comunista del popolo.

Vi erano poi lotte interiori nella desolazione, che assalivano don Francesco, pensieri di scoraggiamento nel vedere poche conversioni, desiderio di ozio durante la giornata, l’impulso d’ira nel dialogo con certe persone, il lasciare qualche parola di troppo con i fedeli su altri fedeli, la leggerezza dell’esame di coscienza, la pigrizia nell’alzarsi al mattino presto, il senso di inadeguatezza dello studio messo alla prova con la vita reale delle persone durante le confessioni.

Insomma una vita vera quindi, di prove e tentazioni, come la nostra d’oggi.

Don Francesco ci mostra però anche il modo di affrontare quel combattimento spirituale, necessario e fortificante nella fede, che lo porta alla vera Consolazione. Nei suoi “esercizi” si armava spiritualmente in vari modi: con la confessione al massimo quindicinale, i fioretti, la direzione spirituale mensile o bimestrale, la visita frequente al SS. Sacramento, la meditazione quotidiana, il combattere l’ozio predisponendo il lavoro, l’esame di coscienza a metà giornata e alla sera, l’interiorizzare l’ascetica dei Padri spirituali. Non vi era esercizio spirituale, infatti, che non sfociasse in atto pratico, semplice ma attuabile con la forza di volontà e la Grazia divina.

Il libro indica pure che la desiderata guida spirituale di don Francesco era un’altra figura legata all’AC: don Marcello Labor, oggi servo di Dio (per chi non lo conoscesse cfr. Siloe, L’avventura spirituale di Marcello Labor, ed. Paoline), allora amato direttore del seminario di Capodistria, il quale portava sempre con sé L’Imitazione di Cristo che ispirò, tra i tanti, anche sant’Ignazio di Loyola nella grotta di Manresa.

La parte finale del libro riporta preziose testimonianze di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo in vita ma anche di chi, a distanza di decenni, lo ha scoperto leggendo la sua vita, e trovando ancora una volta nell’esempio di don Francesco una stella sicura nelle notti del presente.

Mario Ravalico, Don Francesco Bonifacio. Assistente dell’Azione cattolica fino al martirio, AVE, Roma 2016