Sperare contro ogni speranza

di Gianna Scheichel

 

Anche quest’anno ci siamo ritrovati all’appuntamento estivo con le nostre belle montagne presso la Casa “San Giusto” di Borca di Cadore.

Il soggiorno si è svolto dal 26 agosto al 5 settembre: splendide giornate durante le quali abbiamo potuto compiere passeggiate ed escursioni per mete che, sebbene in gran parte già esplorate, non smettono mai di affascinare.

Il benvenuto ce l’ha dato Cortina domenica 27, in una festa di colori, musica e folklore con la tradizionale sfilata delle bande.

Poi le consuete passeggiate tra boschi e prati, con soste nei tradizionali mercatini paesani; e non ci siamo fatti mancare una visita al simbolo delle Dolomiti – le Tre Cime – e all’incantevole Misurina.

Molto interessante è stata la visita a Cibiana, paese famoso in tutto il mondo per i suoi murales: sono cinquanta preziose opere di artisti da tutto il mondo, dipinte sulle pareti delle vecchie abitazioni cadorine, che raccontano di antichi mestieri e tradizioni locali.

Altrettanto interessante la visita al Forte di Monte Ricco in quel di Pieve di Cadore, aperto al pubblico lo scorso maggio: è una bella struttura fortificata costruita nell’Ottocento sul colle omonimo e usata durante la prima guerra mondiale, con un panorama che domina l’intero Cadore centrale.

Suggestiva la passeggiata fatta partendo da Fiames che, attraversando un fitto bosco di conifere, sale verso l’alta valle del Boite seguendo il torrente e le sue cascatelle.

E dopo il caldo agostano, sabato 2 settembre al risveglio abbiamo avuto la sorpresa di vedere il Pelmo e l’Antelao spolverati dalla prima neve.

Al mattino la nostra giornata iniziava con una preghiera ispirata al tema di questo soggiorno: «Sperare contro ogni speranza», un percorso per vivere con fiducia il nostro tempo. Su questo argomento si è tenuta una serie di incontri pomeridiani guidati dalla responsabile Marisa Creglia: è risultato un bel lavoro di gruppo, con approfondimento del tema e con varie e interessanti riflessioni personali sollecitate dalle domande proposteci su due aspetti della speranza, quello umano e quello cristiano. Abbiamo capito che tra i due aspetti c’è una differenza, ma non di natura, bensì di qualità. La speranza umana è l’attesa di qualcosa che si spera avvenga, ma potrebbe anche non avvenire. Invece la speranza cristiana è l’attesa di qualcosa che è già stata compiuta, che c’è già e che certamente si realizzerà per ciascuno di noi. La nostra salvezza, promessa da Dio nell’Antico Testamento, è già compiuta per opera di Gesù Cristo, anche se non ancora manifestata pienamente. La nostra resurrezione e quella dei cari defunti non è una cosa che può avvenire oppure no, ma è una realtà certa, in quanto radicata nell’evento della risurrezione di Cristo. Il cristiano quindi trova in Cristo la propria speranza, è Lui il filo conduttore della nostra vita. È Lui che dobbiamo conoscere, attraverso l’ascolto della sua Parola che ritroviamo nel Vangelo e vivere nella comunione eucaristica e nel servizio ai fratelli.

In fretta purtroppo è arrivato il giorno della partenza: un saluto ai cari monti, un grazie di cuore a Marisa che anche quest’anno ha organizzato il nostro soggiorno, al bravo cuoco Pino, al nostro premuroso autista Roberto e alla bella e affiatata compagnia, con un arrivederci ad agosto 2018!