In Memoriam

di Mario Ravalico

Trieste, 18 Aprile 2020

IN MEMORIA DEL DIACONO GUIDO TRANI

Era nato a Pirano, in Istria, il 29 luglio 1940, sposato con Alina Komarj.

Ed era stato ordinato diacono permanente da mons. Lorenzo Bellomi il 14 settembre 1995, festa liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce, nella chiesa parrocchiale di Maria Regina del Mondo, la parrocchia che frequentava.

Ricordare Guido Trani significa ripercorrere una lunga vita, una lunga storia: familiare, lavorativa, piena di affetti, di impegno ecclesiale  a tutto campo, in particolare nell’Azione Cattolica. Ed è giusto far conoscere ai più giovani questa storia di semplicità e di fedeltà.

Eravamo cresciuti assieme, oltre che a scuola, nella stessa classe, anche attorno all’altare , nel duomo di san Giorgio a Pirano, sotto la guida di un giovane bravo sacerdote, don Mario Latin, futuro parroco di Roiano. Don Mario ci aiutava a comprendere tante cose, a servire all’altare con consapevolezza, soprattutto a capire il significato di quelle preghiere in latino che noi recitavamo a memoria: era il tempo in cui era stato tolto dalla scuola l’insegnamento della religione e anche l’insegnamento del latino. Con Guido, di nascosto, ci riunivamo assieme al nostro sacerdote in uno scantinato, sotto la sacrestia perché non ci scoprissero: allora era vietata ogni attività religiosa, a parte la celebrazione della Messa. 

Guido crebbe così, con un grande amore per la Chiesa, portando sempre nel cuore il suo sogno di servirla sempre più da vicino, fino a quando, con grande gioia sua e della moglie Alina, realizzò la vocazione del diaconato permanente.

Fin da bambino era aderente dell’Azione Cattolica, che poi da adulto servì in tanti modi con grande fedeltà, prima di tutto a Opicina, e poi a livello diocesano.  In parrocchia era assiduo agli incontri del gruppo adulti per la catechesi che, spesso, era lui ad animare. Così come nel servizio liturgico e pastorale sempre pronto per ogni necessità, anche quando, non ancora diacono, si trovò a gestire per alcuni mesi diverse iniziative in sostituzione del parroco don Luciano, forzatamente assente per malattia, quando la parrocchia venne provvisoriamente amministrata da don Oreste, cappellano militare nelle vicine caserme.

A livello diocesano aveva svolto il servizio di vice presidente del settore adulti, assieme ad Augusta Loffredo, durante la presidenza di Silvano Mosetti, per ben due mandati, dal 1977  fino al 1983. Poi si dedicò soprattutto allo studio, non senza fatica, in vista della sua prossima ordinazione diaconale, però rimanendo sempre attivo e disponibile nell’associazione.

Quelli furono anni di grande impegno nell’AC diocesana, sotto la guida degli assistenti degli adulti, prima don Armando Gottardis e poi don Emilio Gamboso; l’attenzione venne rivolta a due aspetti particolarmente importanti: la catechesi per gli adulti e il tema degli anziani a Trieste. Sul primo aspetto vanno ricordati i tanti corsi di studio, molti dei quali nella casa di Borca di Cadore, ai quali Guido era sempre presente ed attivo.

Ma anche le tante iniziative diocesane rivolte agli anziani (allora si diceva della terza età) videro Guido, assieme ad altri, pronto e presente a scoprire una realtà per la quale – a quel tempo – poche erano le attenzioni.

Guido, già prima dell’ordinazione, collaborò nella Curia Vescovile con diversi servizi che il Vescovo mons. Bellomi di volta in volta andava chiedendogli. Uno, in particolare, voglio ricordare: una volta alla settimana, a nome del Vescovo, egli incontrava nell’atrio della Curia, su un tavolino più che provvisorio, quanti chiedevano aiuto a mons. Bellomi per varie necessità, personali o familiari, alle quali Guido cercava la più opportuna soluzione. In seguito il Vescovo mise insieme alcune persone che, per competenza e conoscenza, potevano affiancare l’opera di Guido. Va ricordato che a quel tempo a Trieste non esisteva ancora la Caritas diocesana.

Dopo l’ordinazione diaconale Guido venne assegnato come collaboratore pastorale in diverse chiese: la parrocchia di Maria Regina del Mondo, affiancando il parroco don Alberto Signorello, poi con don Giovanni Angeli a Santa Maria Maggiore, a Regina Pacis, nel rione di Cologna, ancora collaboratore al Villaggio del Fanciullo, sempre con don Angeli; infine dall’ottobre del 2015 collaborò nella parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo. Fu quello il suo ultimo servizio perché le sue condizioni di salute nel tempo andarono peggiorando, soprattutto dopo la morte della moglie, fino al punto di dover accettare la sofferenza di essere accolto in una casa di riposo non proprio vicina alla città.

Lo ricordiamo anche come persona di preghiera, specie nella Liturgia delle Ore che spesso cantava con gioia con la sua bella voce tonante. Noi dell’Azione Cattolica dobbiamo essere grati al Signore per aver fatto un pezzo di strada con il diacono Guido e lo ricordiamo e per lui preghiamo perché il Signore, cha ha servito con fedeltà, lo accolga nella Sua casa.

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