Leggersi dentro

di Lisa Buonanno

 

Ottima l’affluenza anche al secondo degli appuntamenti di formazione organizzati dall’Azione Cattolica di Trieste nel mese di gennaio 2016 sull’ampia tematica Accogliere, raccogliere e leggere la presenza del Signore (appunti spirituali per laici di AC): una sessantina all’incirca le persone presenti, tra giovani e adulti, che nella serata di giovedì 21 gennaio si sono incontrate negli ambienti della Parrocchia di Gesù Divino Operaio per ascoltare l’intervento di don Emilio Centomo, Assistente nazionale del Settore Adulti. Dunque un buon numero, raggiunto non solo grazie al momento sempre molto gradito di una cena condivisa in amicizia, ma anche grazie alla prospettiva di interrogarsi rispetto al proprio cammino di maturazione interiore e rispetto alla capacità di “leggersi dentro” e di riconoscere la presenza del Signore in ogni ambito della propria vita, anche in quelli che somigliano più a degli angoli polverosi.

Con grande semplicità, don Emilio ha offerto qualche spunto e consigliato qualche esercizio concreto per imparare a vedere ed ascoltare la propria interiorità e a tenere traccia dei suoi sviluppi: la pratica del diario spirituale, su cui insiste la tradizione cristiana, per annotare, ricordare, vivere nell’atteggiamento di lode, pregare, scoprire zone di luce e zone d’ombra e trovare, a distanza di tempo, il passaggio del Signore è lo strumento più efficace, forse anche per chi non predilige lo scrivere, per riguardare la propria esistenza con gli occhi di Dio. E, si sa, chi ben comincia è a metà dell’opera: regalando un taccuino a chi non ne era già munito, don Emilio ha suggerito di adottare il sistema degli appunti spirituali a partire esattamente da quella serata.

È stata la storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe e di Rachele (Gn 34), ad accompagnare la riflessione: un giovane uomo che vive le esperienze della disarmonia delle relazioni, dell’abbassamento, della sofferenza, dell’umiliazione, dell’abbandono e, infine, del perdono, una storia ed una vita che testimoniano quanto i percorsi, anche tragici, facciano parte di un progetto più grande e rimandino ad una nuova possibilità. Quest’altra possibilità, quest’altra occasione è la presenza stessa di Dio, che spesso si scorge a posteriori, una presenza che per noi è misericordia, «È forza – per utilizzare le parole del relatore – che fa fare passi da gigante, forza che conduce sempre al bene e non semplice sentimento». L’importanza di rapportarsi e avere familiarità con la Scrittura diventa ancora più centrale quando si cerca di conoscere ed avvicinarsi maggiormente alla propria interiorità perché la Parola del Signore, come nel caso delle vicende di Giuseppe, dice qualcosa della propria vita e non solamente alla propria vita.

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