L’ora della terra

di Luca Tedeschi

 

Il 15 marzo in molte città, a partire dai più giovani, si è levato un grido comune in difesa della salvaguardia del nostro Pianeta Terra.

 

Non hanno manifestato solo i più giovani. Anche alcuni adulti si sono lasciati influenzare da questo movimento, partito come un tam tam dal grido di condanna di una ragazzina svedese, Greta, di 16 anni e diffuso grazie all’aiuto indispensabile dei social network.

Da tempo non si vedeva una così appassionata intraprendenza giovanile a favore di qualcosa che dovrebbe stare a cuore di ciascuno. Una passione che profuma di futuro e di speranza, che ha il sapore della cura di un bene prezioso condiviso, finora sfruttato e poco curato. Da qui nasce l’indignazione giovanile verso chi con scelte politiche, economiche ed industriali priva le future generazioni del godere della bellezza e della possibilità della vita sul nostro Pianeta.

 

Ma al tam tam di appoggio ed approvazione del movimento si è opposto un altro chiacchiericcio di ben altro tipo come tifoseria contrapposta. Un accanimento contro questa iniziativa giovanile in difesa della Terra che ha cercato di screditare, ridurre e, come spesso accade oggi, insultare: dall’accusa della trovata commerciale, all’appoggio di certi grandi poteri economici, passando per l’etichettamento politico, siamo giunti allo svilimento personale della promotrice come ragazzina ammalata e quello generale con l’appellativo di “gretini” appiccicato da altri adulti ai giovani e ragazzi riscaldati, appassionati e mossi per la causa.

Spaventa questa avversione da parte di un certo mondo adulto dallo sguardo torvo ed incupito, chiuso alla novità, pigro e rancoroso, probabilmente insofferente di fronte all’intraprendenza del giovane che sogna le cose grandi ed alte, anche se ancora imperfette.

Occorrono sempre più, invece, adulti con il fuoco della passione educativa capaci di vivere il tempo dei sogni, delle visioni e delle scelte dei più giovani accompagnandone il desiderio di vita anche nelle strade piene di rischi. Adulti capaci di generare altri adulti, maestri di vita nella crescita e nella formazione. Altrimenti resterà una domanda certa e terribile: ma voi che ci avete lasciato in eredità questa Terra e questi modelli di sviluppo umano, economico e sociale, cosa avete fatto affinché siano sostenibili, in modo che ne potessimo godere noi e i figli dei nostri figli?

 

Ne va della vita sulla nostra Terra.

Ne va della passione di giovani e ragazzi di oggi e di domani.

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