L’AC di San Giovanni ai tempi della Quar(ant)esima

di Stefano Camber

Il governo ci sta chiedendo di rimanere a casa, di cambiare le nostre abitudini, di lavorare da casa, di affrontare la sfida di imparare a vivere 24 ore su 24 assieme ai familiari più stretti.

Sicuramente lo fa per il bene della salute di tutti, e di questo ne siamo riconoscenti, anche se porta noi collaboratori parrocchiali ad essere un po’ spiazzati. Un tempo di sacrifici che, con un pizzico di discernimento, può portare diversi frutti di creatività pastorale. Un’opportunità per pensare assieme a nuovi modi per incontrare e stare vicino alle persone, per consolare, per accompagnare, per trovare un modo per vivere questo tempo alla luce della Buona Notizia di Gesù.
Così questo tempo di reclusione si trasforma in un’occasione di semina alternativo, più vicino ai tempi di oggi.

Come Azione Cattolica della parrocchia di San Giovanni Decollato ci siamo ritrovati come team di educatori, assieme ai nostri assistenti, a pensare percorsi nuovi, fare discernimento comunitario e trovare modalità diverse da quelle spesso incancrenite dal “si è sempre fatto così!”, potendo così rinnovare e accrescere la nostra passione educativa.

E così si sono messe in pista diverse iniziative. Prima di tutto un video, riuscito a girare in tempi non sospetti, in cui invitavamo adolescenti, giovani e adulti a vivere questo tempo con cinque piccole idee. La prima è la preghiera ai pasti in famiglia, da alcuni già vissuta, per altri invece tutta la scoprire. Poi c’è la telefonata ad un compagno del gruppo più lontano, per ricordarsi che può essere un tempo per conoscersi meglio a raccontarsi. La Messa 2.0 come luogo per vivere la domenica, in un modo nuovo, forse più distaccato, ma che ci richiama a cogliere meglio la grande fortuna che come cristiani italiani abbiamo di poter ricevere l’Eucarestia ogni domenica. Un tempo di preghiera e meditazione personale, con una proposta di metodo e alcune domande su un estratto del Vangelo della domenica. Infine, ma non meno importante, un appuntamento settimanale con i ragazzi in video chat, dove incontrarsi, fare sintesi delle iniziative proposte e soprattutto provare a dare un nome alle emozioni e ai sentimenti vissuti in questo tempo.

Per i bambini dell’ACR invece la sfida è di offrire uno spazio di unità familiare e uno spazio in cui il ragazzo possa vivere da protagonista. Per questo alcune iniziative sono simili ai giovani, altre invece sono pensate proprio per loro, come il raggiungerli con dei video personalizzati o la proposta di piccoli laboratori a casa (es. la costruzione del dado delle preghiere per i pasti).

Sono un sacco di cose, che noi crediamo belle e importanti. Adesso è ancora presto per capire se sono idee buone, ma la cosa più importante oggi che ci siamo detti è la semina piuttosto che il raccolto, sapendo che poi la differenza la fa il Signore stesso.

 Stefano R. Camber, presidente parrocchiale AC di San Giovanni
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