Ricordo del Vescovo Eugenio – Giuliana Ravalico

di Giuliana Ravalico, presidente diocesano dal 1998 al 2002

Ricordare don Eugenio vuol dire esprimere un grande grazie di riconoscenza al Signore per il dono della sua presenza tra noi e per il suo ministero episcopale, ma soprattutto per la grande fiducia che ha sempre riposto nei laici e, in particolare, in noi dell’Azione Cattolica.

Già al suo ingresso in Diocesi il 2 febbraio 1997, nell’omelia in Cattedrale diceva: “[…] e a tutti i fedeli laici dico la grande fiducia che ripongo in loro, nella loro chiara professione di vita cristiana e di amore alla Chiesa e nella loro matura responsabilità che li associa al ministero del Vescovo e dei presbiteri”. Ricordo la commozione di quella celebrazione, allora ero presidente della commissione delle Pari Opportunità del Comune di Trieste e vice presidente adulti dell’AC, e quelle parole espresse dal Vescovo le ho sentite rivolte a me.

La fiducia di don Eugenio per i laici è stata concreta e visibile, tanto da affidare la direzione del settimanale diocesano e quella del servizio di carità a due laici aderenti all’AC.

Un’altra dimostrazione di fiducia per l’AC a servizio della Chiesa è senz’altro rappresentato dalla volontà del Vescovo di inserire il cammino formativo dell’ACR nei percorsi di preparazione ai sacramenti dell’iniziazione cristiana: don Eugenio era proprio convinto che nell’ACR si poteva incontrare Cristo e fare esperienza di Chiesa.

Ulteriore volontà di valorizzare i laici, don Eugenio l’ha dimostrata rifondando la Consulta delle Aggregazioni laicali, approvando il nuovo Statuto preparato dalla Consulta stessa e spronando a confrontarsi e dialogare tra Aggregazioni perché “solo nel dialogo la diversità può diventare armonia”.

Ricordo con commozione e riconoscenza il II Convegno ecclesiale “La Chiesa di Trieste tra storia e profezia” annunciato nelle Giornate  Pastorali dell’ottobre 2001, nelle quali ho svolto il servizio di moderatrice, e celebrato poi nel 200: la lunga preparazione nelle diverse commissioni e gruppi di lavorro ha visto il coinvolgimento di più di 500  persone.

Ma don Eugenio si sentiva in “vacanza” e dimostrava la gioia di un bambino quando si andava a Borca, soprattutto il 29 giugno 2000 quando fu inaugurata la “nuova” Casa di Borca in cui era stata allestita una stanza per ospitare il Vescovo.

Un momento molto gioioso ed intenso erano gli auguri natalizi che la Presidenza dell’AC faceva in Curia al Vescovo che non mancava mai di sottolineare gli aspetti positivi dell’esperienza dell’Azione Cattolica e di esortarci a continuare con fiducia e coraggio. Gli incontri con il Vescovo Eugenio erano sempre sereni, anche quando si trattavano problemi delicati, ti faceva sentire in famiglia, aveva sempre grande rispetto per il pensiero e il lavoro degli altri. E, spesso, se c’era qualche momento di tensione, alleggeriva l’incontro con una battuta o un aneddoto.

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