Un anniversario da non dimenticare

di Erik Moratto

Forse sono pochi coloro che conoscono la storia di Ivo Protulipac, un esponente di primo piano del mondo cattolico in Croazia, vissuto nel secolo scorso e ucciso a Trieste.

Era il 31 gennaio quando, in pieno centro cittadino, venne ucciso – a guerra ormai finita – da un agente dell’UDBA, la polizia segreta del regime jugoslavo.

Ivo Protulipaz era nato a Ksrlovac, in Croazia, il 4 giugno 1899; avvocato, era molto impegnato nel mondo cattolico a Zagabria. Amico e coetaneo di Ivan Merz, il fondatore dell’Azione Cattolica in Croazia, beatificato da Papa Giovanni Paolo II durante il suo viaggio in Bosnia ed Erzegovina il 22 giugno 2003, definendolo un giovane in formato europeo. Con Ivan Merz, Ivo Protulipac condivise già quel primo embrione chiamato Orlovi (Lega delle Aquile), dal quale poi nacque l’AC sulla scia di quanto allora suggeriva Papa Pio XI, assumendo da subito il motto: preghiera, azione, apostolato.

Già negli anni ’30, questa importante realtà del panorama cattolico croato diede da subito molti “fastidi” al potere di allora in seguito ai quali Protulipac venne anche arrestato ma, nel 1945, non appena i partigiani jugoslavi presero il potere, a seguito di continue persecuzioni che dovette subire, il 6 maggio dello stesso anno lasciò Zagabria per rifugiarsi a Roma. Subito dopo però, convinto che a Trieste avrebbe potuto meglio aiutare i suoi connazionali che fuggivano dal regime comunista, si trasferì in questa città. Qui si impegnò per offrire l’aiuto materiale ai profughi croati e, assieme al sacerdote Stanislav Golik, organizzò anche il catechismo per i bambini, fino al giorno 30 gennaio 1946. Il giorno dopo venne ucciso da un certo Dino Benčić di Susak, con una pallottola in testa, ma, forse, quello non era il suo vero nome. Questi venne immediatamente arrestato e processato dal Tribunale dell’allora GMA (Governo Militare Alleato) che governava Trieste ma poi il criminale venne consegnato alle autorità jugoslave, in cambio di due ufficiali inglesi che vennero arrestati per aver oltrepassato la linea di demarcazione tra la Zona A e la Zona B del Territorio libero di Trieste.

Ivo Protulipac non potè essere portato in Croazia per la sepoltura, come desiderava la famiglia; per questo venne tumulato nel Cimitero di Sant’Anna a Trieste. Poi, dopo il dissolvimento della ex Jugoslavia e la creazione dei nuovi Stati, nel giugno del 1993 il suo corpo venne riesumato e trasportato a Zagabria dove, il giorno successivo, con una solenne commemorazione e cerimonia funebre, venne messo nella tomba che un tempo fu del suo amici Ivan Merz e che spesso andava a visitare, prima che il Beato Ivan venisse trasportato nella chiesa del Sacro Cuore dei pp. Gesuiti, a Zagabria.

Per l’Azione Cattolica di Trieste, ricordare questo grave fatto a 75 anni dalla morte di Ivan Protulipac, è quasi un dovere, per non dimenticare un tassello della storia della nostra città ma, anche, per ricordare come un tempo l’esperienza della nostra associazione fosse presente in modo significativo anche nei vicini paesi.