Una settimana nelle dolomiti tra Grande Guerra e Chiesa Universale

di Davide Martini

L’Azione Cattolica, anche quest’anno, ha rinnovato la sua presenza presso la casa San Giusto di Borca di Cadore per il tradizionale campo unitario/adulti diocesano dal 18 al 25 di agosto.

L’obiettivo della nostra associazione, anche in questa settimana, non è cambiato, e cioè, parafrasando l’art. 1 del nostro Statuto, far riflettere soci e simpatizzanti su come noi laici possiamo, liberamente, ed in diretta collaborazione con la Gerarchia, collaborare alla realizzazione del fine generale apostolico della Chiesa.

Per aiutarci in questo compito così impegnativo abbiamo invitato un sacerdote, don Luis Okulik ed un laico, il prof. Fabio Todero.

Il primo, Segretario della Commissione di Pastorale Sociale del CCEE (Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee) invitato a parlare di “Giustizia e pace nello scenario internazionale” ci ha ricordato come le competenze dei pontifici consigli della giustizia e della pace, “Cor Unum”, della pastorale per i migranti e gli itineranti e quello della pastorale per gli operatori sanitari sono confluite da poco in un nuovo e unico dicastero, rinominato da papa Francesco “Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale”.

Tra le tante suggestioni proposte da don Luis, quella che mi è rimasta più in testa ha a che fare con quello che noi singoli possiamo fare, in un mondo lacerato da profonde diseguaglianze. Papa Francesco ci invita a partire da esempi concreti, accostandoci a chi si trova in difficoltà perché ogni persona è importante soprattutto quando mi è più prossima; tutto questo non ci farà risolvere tutti i problemi del mondo, ma dimostra che la Resurrezione di Cristo non è solo un fatto storico di più di duemila anni fa, ma un Segno che dimostra che Dio può ancora agire, attraverso di noi, in qualsiasi circostanza: la realtà viene sempre prima di un’idea. Inoltre, ci ha ricordato che giustizia, nel senso cristiano, non è dare a tutti in eguale misura, bensì è perdonare i peccati, grazie a Gesù che rende “giusti” tutti in Suo nome. Nell’enciclica Laudato si’ il Santo Padre ci invita a sviluppare una “ecologia integrale” che sappia superare l’ideologia dell’abbondanza per arrivare ad una “spiritualità ecologica”, in cui vi sia la consapevolezza di appartenere ad una “casa comune”, in cui niente di questo mondo deva risultarci “indifferente” .

La mattina dopo, don Luis ha sviluppato questi temi concentrandosi di più sul magistero di Francesco; per fare questo ha proposto quattro parole chiave e cioè accogliere, proteggere, promuovere, integrare declinate nel tema delle migrazioni ed in particolare della tratta degli esseri umani; anche qui la Chiesa è presente da sempre e propone come possibile strada da percorrere quella dei “corridori umanitari”, sui quali da tempo la Comunità di sant’Egidio è impegnata, in modo da favorire un’immigrazione regolare.

Il giorno successivo, il prof. Fabio Todero, insegnante, ricercatore da anni presso l’IRSML – Istituto regionale di Storia del Movimento di Liberazione ed appassionato esperto dei temi della Grande Guerra ci ha invitato a meditare sulle ragioni per cui è ancora importante riflettere su quegli eventi, a cent’anni di distanza.

La I Guerra mondiale è la prima guerra “totale”, vi è il nuovo ruolo della propaganda e della censura (mezzi di comunicazione di massa), l’emergere della figura femminile, ed alla sua fine, dei sistemi totalitari, il primo genocidio della storia, il ruolo della tecnologia. Dopo aver analizzato questi aspetti, il prof. Todero, la mattina dopo ci ha parlato della Grande guerra a Trieste e nei territori limitrofi; nella seconda parte della mattinata siamo stati invitati a confrontarci, in piccoli gruppi, con documenti storici che afferivano ai temi della I Guerra mondiale ed anche alla chiesa locale in tale contesto.

Il programma, lasciato opportunamente libero in alcune parti delle giornate ci ha permesso anche di visitare luoghi di interesse storico per immergerci più concretamente nell’assurda tragedia della guerra, ancora più “estrema” in montagna: abbiamo visitato Pocol ed il suo sacrario militare ed il Museo della Grande guerra, in Val Parola, presso il passo Falzarego, uno dei teatri di guerra più atroci (guerra delle mine, con ustioni e gas urticanti).

Come suggerito anche dalla brochure illustrativa del campo, nel proporre questi argomenti l’Azione Cattolica non dimentica la propria specifica funzione, ma anzi è convinta di compiere opera di formazione perché un’analisi seria della realtà nella sua complessità e nella sua evoluzione è premessa per una presenza umana e cristiana consapevole e responsabile.

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