Riflessione di Venerdì Santo

di Nikola Cingel

Venerdì Santo ci invita sempre a contemplare la passione di Cristo.

Così nel vangelo di Luca (Lc 23,39-48) abbiamo tre immagini forti per contemplare con i relativi protagonisti: il buon ladrone, il centurione e la folla.

Prima immagine, il ladrone inchiodato sulla croce difende Gesù dall’altro
ladrone e subito dopo lo prega di essere con lui in paradiso. Per il buon ladrone quella, forse, era la prima volta che incontrava Gesù, e addirittura, erano entrambi appesi sulla croce. Cosa lo ha spinto a pregare Gesù?

Seconda immagine, Visto ciò che era accaduto il centurione glorificava Dio:
«Veramente quest’uomo era Figlio di Dio» (Lc 23, 47). Il centurione è un soldato romano che esegue gli ordini, a cui non interessa niente di Gesù. Per lui era solo un malfattore, come tanti altri, da consegnare alla morte.

Terza immagine, La folla che si percuoteva il petto (Cfr. Lc 23, 48). Prima lo
condannava e l’offendeva, mentre ora, pentita, non riuscivano a sostenere lo sguardo.

Gesù era l’uomo dei dolori (Cfr. Is 53, 3). Appariva come nel Salmo 22: sulla croce non assomigliava più ad un uomo, ma era come un verme (Cfr. Sal 22, 6). Non sapevano più chi c’era su quella croce: un uomo o un animale? Cosa
hanno sperimentato? Cosa ha provocato in loro questo cambiamento di opinione? Dicevano i padri spirituali, che gli uomini con profonda spiritualità irradiano la pace oppure una specie di profonda tranquillità intorno a sé.

Credo che Gesù sulla croce irradiasse una profonda pace ma, soprattutto, amore. Perdonali Padre perché non sanno quello che fanno (Lc 23, 34). Così, anche tu, fratello e sorella, sappi che alcune volte e specialmente nel Venerdì Santo bisogna solo stare vicino a Gesù e contemplare la sua passione, cioè, il suo amore versato sulla croce per noi come fecero il buon ladrone, il centurione o la folla.

Perché Gesù ti vuole bene e la preghiera è semplicemente andare e stare davanti al potere del Crocifisso e adorare l’amore infinito. L’amore che ricorderà sempre al tuo cuore che il tuo Dio ti ama sopra ogni cosa e che non ti abbandonerà mai. Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai (Is 49,15).