Vent’anni e non li dimostra

di Davide Martini

 

“Ha grandi progetti. Facciamola crescere!”

Questo l’incipit del poster che annunciava l’apertura della prima filiale di Banca Etica a Padova. Correva l’ultimo anno del secolo scorso, il calendario indicava la Giornata Internazionale della Donna.

Sono passati 20 anni, due decadi in cui la nostra “scommessa” si è trasformata in realtà solida, capace di risultati positivi, non solo economici. Una scommessa vinta da persone e organizzazioni che hanno saputo unirsi per realizzare un’utopia: trasformare il risparmio in un motore di cambiamento sociale.

La storia comincia nella seconda parte degli anni ‘90, periodo nel quale si afferma, con sempre più forza, la presenza del Terzo Settore nella società italiana del Centro-Nord; né Impresa commerciale, né Stato, è il cosiddetto no-profit che opera nei più diversi ambiti della società dalla tutela dell’ambiente alla cooperazione internazionale e che sente il bisogno di un riconoscimento anche attraverso strumenti finanziari efficaci e aderenti allo “spirito” dell’impegno sociale: da qui nasce la “Cooperativa verso la  Banca Etica” per raccogliere il capitale sociale e costituire una nuova banca popolare di riferimento. Migliaia di persone e organizzazioni diventano socie e si attivano  per diffondere questo progetto ambizioso.

Il mio ricordo personale di questo periodo consiste nella partecipazione a Brescia, nell’autunno del 1996 alla prima vera assemblea dei soci della Cooperativa Verso la Banca Etica, nata dall’Associazione Verso la Banca Etica per raccogliere il capitale sociale di partenza. Partecipano tanti volontari che, spontaneamente, si organizzano sul territorio per promuovere una campagna nata senza coordinamento, dal basso.

La forza di volontà di tante persone desiderose di provare a cambiare il mondo permette di raggiungere il capitale sociale richiesto da Banca d’Italia. Così il 30 maggio 1998 l’Assemblea dei Soci approva il passaggio da cooperativa a banca popolare – un evento che resta ancora oggi unico e riconosciuto a livello internazionale. L’8 marzo 1999 inizia l’operatività con l’apertura della prima filiale a Padova. E’ il periodo in cui si fanno sentire movimenti che promuovono modelli economici e sociali alternativi a quelli basati su una globalizzazione finanziaria senza regole e Banca Etica rafforza la sua natura di vero e proprio capitale sociale alternativo, fatto di relazioni e idee innovative.

Con il 2000, il cantiere è ormai aperto; aprono le filiali di Milano, Roma, Brescia e Vicenza e si consolida la presenza in tutta Italia grazie a un rete di Gruppi di Iniziativa Territoriale (GIT), gruppi locali di soci volontari, una figura unica nel panorama bancario. Grazie ad un’intensa attività di formazione e informazione sulla finanza etica, coinvolgono sempre nuove persone e organizzazioni, stimolando la raccolta del risparmio. Nasce Etica Sgr, il contenitore dei valori della banca nel mondo dell’investimento.

Con l’inizio del nuovo millennio, le persone impiegate cominciano a diventare un gruppo più consistente (24 persone in tutta Italia, anche se a confronto con una banca tradizionale, questi numeri fanno ridere) e i progetti finanziati oltre 700 per quasi 98 miliardi di lire. Viene pubblicato il Manifesto di Banca Etica ed esce il primo numero di Valori, mensile di economia sociale, finanza etica e sostenibilità. Nasce FEBEA, la Federazione Europea Banche Etiche e Alternative.

Nel 2002, il Senato, con votazione unanime, approva un ordine del giorno che impegna il Governo al riconoscimento della specificità della finanza etica. Nasce SEFEA, Società Europea di Finanza Etica e Alternativa e nei Paesi Baschi parte FIARE, fondazione popolare per costituire una banca etica spagnola. Negli anni seguenti i rapporti tra queste due realtà si faranno sempre più stretti fino a diventare strategici. Apre la filiale di Firenze. Nella sede storica si tengono incontri periodici per ascoltare chi può aiutare i bancari a trovare strade innovative per il loro lavoro: tra gli ospiti, padre Alex Zanotelli.

Nel 2003, Etica Sgr inizia a operare e nasce il Gruppo Banca Etica, l’unico con prodotti bancari e d’investimento interamente ispirati alla finanza etica. Parte il progetto Banca del Sole, il primo piano di sviluppo per il finanziamento di impianti fotovoltaici diffuso in Italia. Apre la filiale di Bologna, e si rafforza la rete dei promotori finanziari chiamati Banchieri Ambulanti. Viene costituita la Fondazione Responsabilità Etica per lo sviluppo culturale dei principi della Finanza Etica.

Negli anni successivi crescono le collaborazioni con mondi sempre diversi: dal commercio equo all’agricoltura biologica, dall’economia di comunione al turismo responsabile fino all’editoria alternativa.

Nel 2005 apre a Napoli la nona filiale, vero e proprio banco di prova dello sviluppo nel meridione. L’obiettivo è quello di portare al Sud capacità organizzativa e know how, collaborando con le realtà che esprimono il meglio della cultura solidale e ambientale.

Nel 2006 apre la filiale di Torino e si avvia il processo di decentramento strategico ed operativo, finalizzato ad avvicinare la banca ai territori grazie al rafforzamento delle quattro Aree Territoriali – Nordest, Nordovest, Centro e Sud.

Il 2007 è l’anno della crisi, quella dei mutui subprime. Gli effetti pubblici si vedranno negli anni a venire, ma sui mercati finanziari la sensazione è già quella di essere di fronte a un crollo strutturale. Il modus operandi di Banca Etica le permette di resistere alla crisi in modo molto più efficace delle altre banche tradizionali. Nel frattempo nello stesso anno, in occasione dell’ottavo compleanno di Banca Etica, si inaugura la nuova sede centrale a Padova realizzata secondo criteri di bioedilizia e riqualificando un’area degradata.

Nel 2008 apre la filiale di Bari: Banca Etica è sempre più l’istituto di riferimento per una nuova economia e coglie la sfida di investire al Sud. Intanto la crisi si esaspera, il 15 settembre 2008 fallisce Lehman Brothers, società di servizi finanziari a livello globale: è la più grande bancarotta nella storia degli Stati Uniti. Il contagio si fa virale, ne fanno le spese Irlanda, Islanda e il Sud Europa. A livello Internazionale la finanza etica inizia a porsi come alternativa concreta al disastro economico prodotto dalle grandi istituzioni finanziarie.

Nel 2009 Banca Etica compie 10 anni ed è l’unico istituto bancario in Italia a rifiutarsi di accettare i soldi che rientreranno grazie allo scudo fiscale voluto dal Governo dell’epoca. La scelta è coerente con i principi della finanza etica e si diffonde il termine di “risparmiatore etico” (per riferirsi a persone disposte ad investire nelle imprese sociali e persuase che le banche, se eticamente orientate, siano un importante strumento di sostegno all’economia reale (questo il profilo stilato da una ricerca della Demos di Ilvio Diamanti). Negli anni successivi apriranno nell’ordine Genova nel 2010, Perugia ed Ancona nel 2011, e finalmente nel 2012, dopo un grande impegno dei soci di Trieste e Gorizia la nostra filiale di via Coroneo, qui a Trieste.  Nel 2013 è la volta di Bergamo, e nello stesso anno l’Assemblea dei Soci rinnova il Consiglio di Amministrazione con una maggioranza assoluta di donne: Banca Etica è la banca più al femminile d’Italia (anche nella nostra filiale su quattro dipendenti, tre sono donne); si allarga il tavolo dei soci di riferimento con l’ingresso di Libera, Caritas Italiana e Legambiente. Il Bilancio Sociale diventa 2.0 e si trasferisce sul web per aumentare l’accessibilità e l’usabilità delle informazioni e aprirsi ai commenti degli utenti. Con il 2016 abbiamo l’apertura di Brescia e per la prima volta la finanza etica viene riconosciuta in Itallia.

Nel 2017 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, incontra una delegazione di Banca Etica ed il suo Presidente Ugo Biggeri al Quirinale, e al Parlamento Europeo viene presentato il Primo Rapporto sulla finanza etica.

È di quest’anno il secondo studio sulla finanza etica in Europa promosso dalla Fondazione Finanza Etica, italiana e spagnola, che mette in chiaro chi sostiene veramente l’economia reale: le banche etiche concedono, in percentuale, molti più crediti delle altre banche tradizionali, ed hanno anche meno “sofferenze” bancarie. Auspichiamo che la storia continui a riservare queste buone notizie, in un paese in cui le banche non godono di buona reputazione.

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