La magia del Natale

di Lisa Buonanno

 

Non mi capitava da tempo di leggere un articolo di moda come quello in cui ho avuto la fortuna di incappare la mattina del 25 dicembre, quando i miei occhi, lieti per la bella giornata in famiglia che stava iniziando, sono stati catturati da una curiosa rubrica intitolata Conciati per le feste apparsa sul settimanale diocesano «Vita Nuova» che, ancora assonnata e dunque confusa, ho momentaneamente scambiato per una rivista femminile di shopping, accessori, tendenza, benessere e amore.

Era la lettura che proprio mi ci voleva per celebrare degnamente la solennità del Santo Natale di quest’anno: arrivata un tantino trafelata a questa festività a causa di vari impegni lavorativi, avevo avuto infatti poco tempo per prepararmi a dovere, come tutte le donne dovrebbero, e scegliere l’abito, l’acconciatura, lo smalto per le unghie, le scarpe e gli accessori assolutamente indispensabili per incontrare, accogliere parenti ed amici, ricevere e scartare i regali, servire le pietanze cucinate nei giorni precedenti agli ospiti e intrattenerli nella casa arredata appositamente con albero, luci, candele profumate, mazzi di fiori e piante espressamente comprate per la grande occasione; e con cui andare a messa, s’intende, anche se questa, forse, potrebbe essere solamente una mia personale aggiunta, dato che l’illuminante pezzo non ne parla. Strano però: l’autrice, Gloria Greco, ha effettivamente descritto con dovizia di particolari ogni aspetto che le donne, le quali sembrano proprio le regine della festa, devono curare in questo giorno (ma sarebbe bene anche nel resto dell’anno…) e ha vivamente consegnato agli occhi, ancora brancolanti nel turbinio dell’organizzazione all’ultimo (come i miei), di tenere a mente due hashtag, per usare un termine al passo coi tempi, ovvero “misura” e “colore” per essere personcine adeguate, oneste e degne del titolo Miss Natale 2016. Eppure, tra un consiglio su quanti centimetri di tacchi indossare e un altro su quale colore scegliere per il tubino in cui inguainarsi, per quanto mi sforzassi non trovavo alcun riferimento ai tre veri protagonisti del giorno. Ho capito solo in seguito, una volta arrivata alla fine dell’articolo, che il legame tra questi suggerimenti all’avanguardia e quella insolita famiglia raccolta in silenzio in una mangiatoia ai margini della città non andava esplicitato perché era lampante: se Maria avesse avuto le unghie di un bel colore metallizzato e un tacco di scarpa adeguato e Giuseppe le avesse procurato un bel nobile destriero, anziché un asinello magrolino su cui viaggiare, i locandieri avrebbero certamente spalancato loro le porte anziché passare alla storia con il ben noto «Per loro non c’era posto»; già, dev’essere questo il sottile messaggio dell’autrice, perché a Natale, ne sono certa, anche una rubrica di moda che soccorre le ritardatarie come me vuole comunicare tra le righe qualcosa d’altro. Ad ogni modo, a me piace pensare che, magari, il prossimo anno potremmo scrivere assieme, Gloria ed io, un nuovo articolo sulla preparazione al Natale delle donne di casa: sono sicura che, tra un consiglio sul più giusto equilibrio tra le portate e la tonalità di rossetto da sfoggiare, Gesù, Giuseppe e Maria verrebbero nominati almeno di striscio (e se non altro per dire che sono fuori moda).

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