Assemblea diocesana AC – 05/03/2023

Nel pomeriggio di domenica 5 marzo nel nuovo auditorium dedicato al beato don Francesco
Bonifacio, presso il seminario vescovile, l’Azione Cattolica diocesana ha celebrato la sua
Assemblea unitaria sul tema di quest’anno: “Fedeli alla vocazione, chiamati alla fedeltà”.
Dopo l’accoglienza iniziale, il vescovo Giampaolo Crepaldi ha portato i suoi ultimi saluti
all’associazione ricordando l’importanza del suo carattere apostolico (“ultimi” perché il 25
marzo verrà ordinato il nuovo vescovo don Enrico Trevisi mentre il 23 aprile farà il suo
ingresso in cattedrale). Subito dopo, il Presidente Arturo Pucillo, nella sua relazione, ha
sottolineato che la primavera è vicina ed è tempo di rinascita dopo mesi, anni difficili: “ciò
che era perduto viene ritrovato”. Attraverso un’efficace metafora ha ricordato che viviamo in
un mare agitato: nuove e dolorose vertenze lavorative, la rotta balcanica percorsa dai
migranti in fuga da contesti drammatici, una nuova sanguinosa guerra in Europa che non si
vedeva da molto tempo. Tuttavia siamo chiamati a stare in questo mondo e l’associazione,
pur scontando un calo di aderenti nel periodo del Covid, si sta riorganizzando attraverso le
associazioni parrocchiali e la ripresa di attività dopo un lungo stop con nuove aperture a
collaborazioni. Una tangibile prova di questo amore per l’associazione ci è stata data dagli
interventi di quattro “coppie” di testimoni scelti per il loro coinvolgimento nell’associazione:
Marco Radeticchio e Teresa Codaglio testimoni per l’impegno educativo-formativo, Duilio
Mariani e Maria Letizia Iacopich hanno portato la loro esperienza di responsabilità
associativa, Don Antonio Bortuzzo e don Stefano Vattovani hanno riflettuto sull’essere
assistenti oggi e domani e infine Erik Moratto e Mario Ravalico sono stati testimoni per i
santi della porta accanto. Marco, nel suo intervento, ha puntato l’attenzione sull’importanza
del tempo in cui si sceglie di impegnarsi in un ruolo educativo: non sempre si è pronti a
“mettersi in gioco” e questa libertà deve essere rispettata, come non sempre i frutti del
proprio impegno si vedono subito, bisogna lasciare fare a Lui. Se invece si chiede a Teresa
perché si è impegnata, lei risponde per vedere i volti di questi giovani dopo aver fatto
conoscere loro l’associazione e questa cosa che costa anche fatica è più facile quando si
vede, per esempio a una tre giorni con il Papa, che altri giovani come te si impegnano nella
responsabilità formativa. La dimensione extra-parrocchiale è ciò che ha acceso l’entusiasmo
associativo di Maria Letizia: è bello essere responsabili a contatto con esperienze di giovani
da tutta Italia; la responsabilità può fare paura, ma non si è soli nell’affrontare gli ostacoli;
quest’associazione, ha dichiarato Duilio, è il luogo della nostra santità. Santità che è stata
vissuta fino in fondo da don Francesco Bonifacio, ricorda Mario; infatti quando ci si chiede
perché fu ucciso, il postulatore della causa di beatificazione afferma: quello che di lui irritava
maggiormente era che i giovani avevano rinnovato l’adesione all’Azione Cattolica; solo
questo, aggiunge Mario, dovrebbe spingerci a sostenere la memoria del beato come
dimostra di fare Erik, innamorato a tal punto di questa figura di santo da promuovere con
tutte le proprie forze il pellegrinaggio attraverso il sentiero a lui dedicato con molte persone
che arrivano da fuori regione. Sacerdote era don Francesco così come lo sono oggi don
Antonio e don Stefano; il primo ricorda come nascere in Istria in una famiglia di Azione
Cattolica abbia agevolato il suo impegno in tale realtà, mentre a don Stefano quando gli si
chiede cosa fa l’assistente di AC è come se gli si chiedesse: cosa fa la mamma? Niente, ma
è fondamentale che ci sia: l’AC è una personale esperienza dell’incontro con il Signore, ma
dipende anche in quale parrocchia ti destinano, se cioè questa esperienza è presente. Dopo
le testimonianze ci si è divisi in gruppi di lavoro secondo i consueti quattro ambiti: quelli
dell’interiorità, della fraternità, dell’ecclesialità e della responsabilità. Infine dopo le
“restituzioni” e il dibattito successivo ci si è dati appuntamento all’assemblea elettiva del
prossimo anno dove verrà discusso il documento assembleare per il prossimo triennio 2024 – 2027.

Davide Martini

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